lunedì 24 gennaio 2011

Ricordi quella tenda


Ricordi quella tenda? Fuori faceva freddo ma dentro, il nostro sacco a pelo matrimoniale di vera piuma ci teneva caldo. Quante nottate, con la brina fuori sulla Ferrino! Dentro l'aria era ghiacciata ma noi dormivamo abbracciati, con la piccola radio-cuffia un auricolare per uno... Se non era amore quello...
E fuori, quasi attaccata alla tenda, la nostra moto, bella come non mai, e poi vista dal basso era ancora più imponente! E là nel lontano, ancora al bristrot di tenda gli amici francesi che si facevano l'ultimo ballon de rouge; era sempre l'ultimo, ma poi ce n'era sempre un altro... fino alle quattro del mattino! A volte fino alle cinque.
E quella notte al motor-rallye, quei pirla di tedeschi ubriachi che non finivano di torcersi dal ridere di fronte a quell'altro pirla che si divertiva a tirare a 10 mila giri la sua moto da ferma! E gli altri… che applaudivano! Roba da matti. Eppur era bello, anche perché quell'indomani mattina trovai nell'erba il mio portafoglio, intatto! Purtroppo, quella volta si ammazzò un ragazzo, tedesco anche quello, pieno di birra! Come gli altri d'altronde, che dormivano per terra all'aperto con 1 grado! E la mattina alle otto dormivano ancora!
Ancora un ricordo, dolcissimo: arrivammo a notte fonda, ma con l'aiuto degli inglesi riuscimmo a mettere su la tenda, al buio completo e con l'acqua che non si fermava. E quale fu la sorpresa la mattina, all'alba, quando un raggio di luce insistente che ci picchiava negli occhi ci obbligò ad aprire la tenda: eravamo di fronte al mare, ma il mare non c'era! Si era ritirato, e tutte le barche giacevano sul fianco, adagiate dolcemente, attendendo l'arrivo dell'alta marea che le avrebbe rimesse in piedi.
Quanti anni sono passati, quanti ricordi ho ancora... Un giorno ti parlerò di Berlino Est, del Mauer caduto, di Alexander Platz! Un'altra volta ti racconterò di Brest, con la tempesta che schivammo per un pelo... Eppoi di Praga, con il suo campeggio immenso all'inverosimile pieno di giovani di tutte le razze; e di Parigi: un campeggio in centro alla città! Roba da non credere... Potrei scrivere un libro, mille libri! E vorrei anche parlare dei miei amici, del fedele Carlo che volò per terra da fermo, in piedi, lui e la sua moto per… un colpo di vento! in Austria...
Ma non scriverò nessun libro, perché tu non ci sei più… Te ne sei andata, in punta di piedi per non disturbare, come sempre. 

Ma mi hai lasciato in eredità la tua profonda saggezza. E quando sono uscito dal baratro e risalito dall’inferno, ho trovato nel mio zaino altri doni che tu mi avevi preparato e che io, forse, per le troppe lacrime, non avevo veduto: la tua gaiezza e la tua gioia di vivere. Ti amo.




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