lunedì 24 gennaio 2011

Chi era Norma

Norma era una persona felice, sempre allegra e non pensava mai male di nessuno. Se qualcuno le faceva un torto era sempre pronta a pensare che non aveva fatto apposta. All'inizio pensavo che fosse pazza! Come poteva vivere così una persona, per giunta vedova con due figli piccoli (4 anni Daniela e 8 Alessandro), mentre io ero sempre corrucciato e pessimista? In silenzio ci provai, attendendomi chissà quale batosta del destino; poi invece, ma ci misi qualche anno per convincermene, mi accorsi ch'era possibile! E la mia vita cambiò.
Norma non fumava, mangiava con moderazione (come tutto ciò che faceva d'altronde), andava in piscina ed evitava naturalmente lo stress se poteva. Il suo carattere ottimista ad oltranza la favoriva in questo.
Grazie a lei, riuscì nell'impresa da molti giudicata impossibile o da pazzo, di crescere due figli acquisiti e di creare una famiglia vera. 
Giravamo il mondo in sidecar e la gente diceva che eravamo pazzi, che un giorno o l'altro...! Io, allora, ero in forma e cannavo come pochi col side: mi ricordo che una volta scendendo dal Sestriere feci a gara con un Lancia Delta Rally. La macchina, potentissima, riuscì a bruciarmi solo arrivati al rettilineo che portava verso Torino. Non ci fu niente da fare nei tornanti! Allora chiesi a Norma (era una perfetta compagna anche in questo: ti metteva addosso fiducia alla guida) se aveva avuto paura. Lei mi rispose muovendo un po' la mano e dicendo "tanto, quando non è la sua ora...". Eppoi aveva un altro grande pregio, che seppi apprezzare solo qualche anno dopo: parlava poco, e quando parlava io ero tutto attento ad ascoltare perché erano parole semplici, come lei, pulite ed essenziali, frutto di un animo esente da malvagità! Pensa che una volta, dovetti passare in alta montagna su una strada che era franata. Eravamo andati alle radici del Po. Le altre moto riuscirono a passare, ma io avevo il sidecar. Allora venne posato un asse di legno, largo venticinque centimetri e spesso un bel tre centimetri, tipo quelli che usano i muratori... per passare con la terza ruota! Feci scendere Norma, fissai l'asse con lo sguardo, guardai il burrone sotto, mi concentrai e freddamente passai di giustezza. Tutti applaudirono e Norma mi disse stringendomi la mano: "Bravo, amico!". Per dirti la persona che era, fantastica.
Quando i ragazzi, ormai grandi, se ne andarono per proprio conto (pur restando ancora in casa) Norma si rattristò. Il mio amore mi fece capire che aveva bisogno di qualcosa a cui dare ancora la sua dedizione e la sua protezione. Allora arrivò Briciola nella nostra coppia, una cagnolina minuscola frutto di un incrocio tra pincher nano e un chiwawa. Briciola divenne un cane dalla cultura mittle-europea: girò il mondo in sidecar, visitando tutti i musei d'Europa e i siti culturali più chiusi ai cani. Norma era di nuovo felice. Briciola viaggiava nella sua borsa e sapeva di dovere stare zitta quando era il momento. 
Avevo un bollitore per il caffè sul side e questo serviva anche per riscaldare i Plasmon che portavamo per Briciola quando eravamo in viaggio. Briciola viveva in simbiosi con Norma ed aveva anche imparato a stare da sola la sera in tenda in silenzio a dormire, mentre noi si ballava e si faceva festa con gli amici motociclisti dopo cena. La nostra vita era una vacanza... che sembrava non dovere finire mai... e di ciò io ringraziavo Dio, tutti i giorni.
Ma Dio aveva dei piani diversi, per Norma e per me.


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